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Alle fonti della geografia cristiana

Daniele Civettini
16 marzo 2009
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Alle fonti della geografia cristiana

Viaggio in Terra Santa è un libretto che delinea un semplice itinerario nei maggiori luoghi della fede cristiana: Nazaret, Betlemme, Tiberiade, Gerusalemme. Cremonesi descrive le località, le persone, l'aria che si respira. Camisasca racconta e spiega la portata dei fatti che vi sono avvenuti duemila anni fa. Entrambi gli autori scelgono le parole e le idee con l'intento di restituire il racconto evangelico alla concretezza con cui ogni uomo può percepire una qualsiasi esperienza vissuta.


Monsignor Fouad Twal, patriarca latino di Gerusalemme, afferma da tempo che per la Terra Santa occorrono quattro «p»: preghiera, pressione sui media e i governi, progetti di sviluppo economico e, infine, pellegrinaggi.

La quinta «p», la pace, è naturalmente più importante e difficile delle altre quattro e sembra riguardare i potenti della terra e il Potente per eccellenza, che è Dio. È così, e non altrimenti, che si aiutano i cristiani di Terra Santa. Viceversa, si può semplicemente attendere che il gregge esiguo raccolto attorno ai Luoghi Santi si estingua definitivamente, scacciato da una violenza e una povertà difficilmente immaginabili da chi vive lontano dai check point israeliani. In effetti, se, per esempio, un cristiano in Palestina ha il diritto di chiedersi per quali ragioni rimanere in patria potendo emigrare altrove (ammesso e non concesso che ne abbia facoltà), un cristiano fuori dalla Palestina deve chiedersi perché è bene aiutarlo a rimanere a portare la croce, invece di organizzare un esodo di massa come, sempre per esemplificare, ha fatto Israele con gli ebrei etiopi.

Edito da Marietti e frutto della collaborazione tra il giornalista Paolo Cremonesi e Massimo Camisasca, sacerdote del movimento di Comunione e Liberazione e fondatore della Fraternità San Carlo, Viaggio in Terra Santa è un libretto che indirettamente può aiutare a rispondere in merito. Si tratta di un semplice itinerario nei maggiori luoghi della fede cristiana: Nazaret, Betlemme, Tiberiade, Gerusalemme. Cremonesi descrive le località, le persone, l’aria che si respira. Camisasca racconta e spiega la portata dei fatti che vi sono avvenuti duemila anni fa, dall’annuncio dell’angelo a una ragazzina ebrea all’esecuzione della sentenza di morte su Gesù.

Entrambi gli autori scelgono le parole e le idee con l’intento di restituire il racconto evangelico alla concretezza con cui ogni uomo può percepire una qualsiasi esperienza vissuta: un pensiero, un’utopia, possono essere buoni anche senza realizzarsi mai; il cristianesimo viceversa pretende di fondarsi su avvenimenti decisivi per l’uomo, percepiti (anche) con gli occhi della carne. Come dice Benedetto XVI, «Gesù non è un mito, è un uomo fatto di carne e sangue, una presenza tutta reale nella storia. Possiamo visitare i luoghi e seguire le vie che egli ha percorso. Possiamo, per tramite di testimoni, udire le sue parole. Egli è morto ed è risorto». La permanenza di una comunità cristiana in Terra Santa, solo per il fatto che c’è, «conserva» per i suoi visitatori la possibilità di stupirsi, ancora oggi, del fatto che Dio visibilmente «ha posto la sua dimora tra di noi».

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