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Dall’Onu un punto fermo

09/01/2009  |  New York
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Dall’Onu un punto fermo
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu nella seduta di ieri sera al Palazzo di Vetro di New York. (foto ONU/Mark Garten)

Ieri sera a New York il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha auspicato l'immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. La risoluzione approvata da 14 dei 15 membri del Consiglio, e non bloccata dal veto degli Stati Uniti, chiede anche il ritiro delle truppe israeliane, il ripristino dei flussi di cibo, carburanti e medicinali, l'intensificazione di accordi internazionali per contrastare il contrabbando di armi e munizioni. Fino a ieri erano 758 i morti palestinesi sotto le bombe israeliane. Tra questi 257 bambini e 56 donne. Ben più alto il numero dei feriti: almeno 3.100 persone. Dopo il pronunciamento dell'Onu i due contendenti rifiutano comunque di deporre le armi.


(g.s.) – Ieri sera a New York il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha auspicato l’immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. La risoluzione n. 1.860/2009 approvata da 14 dei 15 membri del Consiglio e non bloccata dal veto degli Stati Uniti, che si sono astenuti, chiede anche il ritiro delle truppe israeliane, il ripristino dei flussi di cibo, carburanti e medicinali, l’intensificazione di accordi internazionali per contrastare il contrabbando di armi e munizioni.

La proposta di risoluzione è stata presentata dal Regno Unito al quattordicesimo giorno dall’inizio delle operazioni militari israeliane nella Striscia. Il testo sottolinea l’importanza di proteggere la popolazione civile sia israliana sia palestinese e condanna le ostilità e violenze dirette contro i civili e gli atti di terrorismo.

Il Consiglio di Sicurezza esprime apprezzamento per i tentativi messi in atto dall’Egitto e da altre parti per giungere a una soluzione negoziata del conflitto tra Israele e Hamas.

Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha spiegato che gli Usa si sono astenuti perché preferiscono approfondire meglio i contenuti della proposta egiziana. Non si sono tuttavia opposti perché convinti che si stia andando nella giusta direzione.

Dando uno sguardo alla situazione sul terreno i funzionari Onu citano, considerandolo attendibile, un rapporto palestinese che parla di 758 morti sotto le bombe israeliane (mentre sarebbero 14 i morti israeliani). Tra questi i bambini sono 257 e le donne 56. Ben più alto il numero dei feriti censiti: 3.100 persone tra cui 1.080 minori e 452 donne. A riguardo bisogna tener conto del fatto che – come Terrasanta.net ha già riferito nei giorni scorsi – molti feriti potrebbero non essere calcolati perché non lasciano le loro case per andare a chiedere cure, nel timore di essere uccisi per strada da qualche bomba o colpo di artiglieria.

Quest’oggi, in risposta alla deliberazione del Consiglio di Sicurezza, sia Hamas sia il governo israeliano hanno rifiutato di far tacere le armi. Per Hamas la risoluzione non corrisponde all’interesse dei palestinesi e alle aspettative del movimento; per il primo ministro di Israele, Ehud Olmert, le forze armate con la stella di Davide continueranno a difendere il loro popolo senza lasciarsi influenzare da istanze esterne.

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