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Due istituti culturali israeliani incontrano i francescani

04/12/2008  |  Gerusalemme
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Ogni anno in Israele il Centro per i rapporti ebraico-cristiani di Gerusalemme, in collaborazione con l'istituto culturale Yad Ben Zvi, organizza un paio di giornate di studio sulle realtà cristiane di Gerusalemme. L'iniziativa è rivolta a un pubblico selezionato di israeliani, impegnati nel campo dell'educazione. Le giornate si articolano in conferenze al mattino, promosse in coordinamento con le realtà cristiane coinvolte, ed incontri e visite che occupano il resto della giornata, per dar modo ai partecipanti di avvicinare dal vivo la realtà presentata. Il 2 dicembre scorso si è svolta, con 200 partecipanti, la giornata dedicata alla Custodia di Terra Santa. Una breve cronaca.



Ogni anno in Israele il Centro per i rapporti ebraico-cristiani di Gerusalemme, in collaborazione con l’istituto culturale Yad Ben Zvi, organizza un paio di giornate di studio sulle realtà cristiane di Gerusalemme. L’iniziativa è rivolta a un pubblico selezionato di israeliani, impegnati nel campo dell’educazione. Le giornate si articolano in conferenze al mattino, promosse in coordinamento con le realtà cristiane coinvolte, ed incontri e visite che occupano il resto della giornata, per dar modo ai partecipanti di avvicinare dal vivo la realtà presentata.

L’anno scorso è stata la volta del patriarcato greco-ortodosso e delle altre comunità ortodosse meno numerose. Quest’anno il programma prevede uno studio sulla Custodia di Terra Santa e sul patriarcato latino. La giornata dedicata alla Custodia si è svolta  il 2 dicembre scorso. Eccone la cronaca redatta da una delle partecipanti.

* * *

Il Centro per i rapporti ebraico-cristiani di Gerusalemme (Jcjcr) si occupa della promozione della reciproca comprensione tra la popolazione israeliana e quella cristiana in Terra Santa, organizza incontri di carattere culturale-educativo, congressi sulle diverse realtà cristiane e ricerche. Lo Yad Ben Zvi è, invece, un ente governativo che prosegue la tradizione del secondo Presidente dello Stato di Israele, Yizhaq Ben Zvi, ed è impegnato nella ricerca su Erezt Israel (la Terra di Israele), sulla comunità ebraica e sulla sua vita a Gerusalemme e in tutto il Paese.

I due enti stanno collaborando a un progetto comune – articolato in diverse giornate – riguardante le varie comunità cristiane in Terra Santa. Le giornate di studio comprendono conferenze ed escursioni presso le istituzioni cristiane, in piena collaborazione con le loro autorità ecclesiastiche e comunitarie.

Martedì 2 dicembre scorso ha avuto luogo la giornata di studio dedicata alla Custodia di Terra Santa (Cts). Vi hanno preso parte circa 200 persone e sarebbero state molte di più se non fosse stato posto un limite alle iscrizioni.

La prima parte della giornata – presso la sede dello Ben Zvi nel quartiere di Rehavia, a Gerusalemme – è stata occupata dalle conferenze. Fra Oscar Marzo, che già aveva collaborato all’organizzazione del congresso, ha parlato della storia della Cts e delle sue attività, dando rilievo alla custodia dei Luoghi Santi, all’accoglienza e alla cura dei pellegrini, all’azione pastorale in favore della locale comunità cristiana, al lavoro nelle scuole, all’Istituto Musicale Magnificat e ai nuovi progetti relativi al convento di San Salvatore, agli alloggi ed altro.

Yisca Harani, ricercatrice e studiosa del cristianesimo, ha invece presentato i francescani come promotori di cultura – hanno portato la cultura occidentale in Medio Oriente – ed anche come veri e propri creatori di norme culturali in Terra Santa. La Harani ha messo in risalto l’importanza dei francescani nella creazione di una «mappa della Terra Santa» (per il numero elevato di Luoghi Santi riscattati e custoditi dai frati) e della loro influenza su fenomeni come, ad esempio, la pratica della Via crucis, diffusasi poi anche presso popolazioni cristiane non cattoliche. Parallelamente i francescani hanno portato in Terra Santa modernità, tecnologia, medicina, architettura. Sono stati tra i primi a trasmettere in diretta televisiva la Messa della notte di Natale su un canale internazionale, così come recentemente hanno realizzato un centro multimediale e un sito internet all’avanguardia.

Yisca ha anche affrontato il tema del grande cambiamento nei rapporti dei francescani con gli ebrei avvenuto dopo la costituzione dello Stato di Israele (1948) e all’indomani del Concilio Vaticano II (1962-1965). A riprova di questo ha citato le parole innovative pronunciate dal Custode di Terra Santa tre anni fa a Tel Aviv durante un convegno sulla Shoà.

Il dott. Amnon Ramon ha parlato dei legami della Custodia con lo Stato di Israele. Ramon ha descritto sia le tensioni e le difficoltà nei rapporti prima che nascesse lo Stato, sia i timori di carattere teologico riguardanti la collocazione degli ebrei nella teologia preconciliare. Vi era poi anche un timore concreto circa il destino delle «pietre vive» (cioè i membri, palestinesi, della locale comunità cristiana) sia per quanto riguardava la loro condizione in seno allo Stato ebraico, sia la loro situazione in tempo di guerra. I timori erano anche dettati dal fatto che inizialmente l’ideologia socialista e comunista erano molto diffuse in Israele e venivano percepite come una minaccia per l’esistenza stessa della Chiesa in questa terra. Amnon ha anche descritto le offese e i danneggiamenti subiti dalle chiese nel corso della guerra arabo-israeliana del 1948. Ha inoltre messo in evidenza il mutamento verificatosi nei rapporti Israele-Custodia a partire dal 1967, quando molti dei siti della Custodia passarono in zona sottoposta al controllo israeliano e nella vita della Chiesa cattolica si diffondevano i cambiamenti teologici introdotti dal Concilio da poco concluso. La Custodia è cosciente dell’importanza fondamentale che riveste lo Stato di Israele. Dagli Accordi di Oslo (1993) in poi, e particolarmente negli ultimi anni – ha rimarcato Ramon -, si è verificato un cambiamento significativo tra Custodia, da un lato, e Israele ed ebrei dall’altro. La Custodia ha numerose sfide da affrontare: cura delle scuole e delle comunità cristiane, ma anche cura dei molti religiosi che operano all’interno della Custodia stessa. Oltre a ciò Amnon ha sottolineato le sfide per Israele, segnalando che è interesse israeliano – e nostro obbligo in quanto israeliani – prendersi cura e sostenere la presenza cristiana e francescana, il loro contributo economico in campo turistico e, ovviamente, quello nel campo della ricerca archeologica nel Paese.

La prima parte della giornata si è conclusa con l’intervento della dott.ssa Nitsa Yarum, psicoanalista, che ha tentato di presentare la complessa figura di san Francesco attraverso due eventi significativi della sua vita, la conversione del cuore e la ricezione delle ferite della crocefissione (le stimmate).

La seconda parte della giornata si è svolta nel convento di San Salvatore e presso altre istituzioni della Custodia. Il padre Custode ha accolto i 200 partecipanti presentando un antico firmano turco in possesso della Custodia, il registro dei pellegrini del 1561 e altri documenti d’archivio. Poi ha parlato delle attività della Custodia presenti e future, descrivendo anche la cooperazione con le autorità politiche israeliane e palestinesi. Il Custode ha sottolineato la dedizione dei francescani verso la popolazione locale e la loro preoccupazione per la gestione dei santuari e la promozione dei pellegrinaggi. Dopo la calorosa accoglienza, i partecipanti si sono divisi in sei gruppi, ognuno dei quali è stato accompagnato da una guida dello Ben Zvi e da un frate. I gruppi hanno visitato diversi ambienti di San Salvatore, come il refettorio, la sala delle madreperle, la chiesa, il terrazzo e la biblioteca conventuale, dove è stato possibile visionare alcuni rari manoscritti di epoche diverse. Altri gruppi hanno visitato Casa Nova, il Christian Information Center, il Cenacolino, il Museo dello Studium Biblicum Franciscanum al convento della Flagellazione e il romitaggio del Getsemani. In ogni luogo l’accoglienza del frate responsabile è stata davvero calorosa e fraterna.

Non ci sono parole per ringraziare per questa accoglienza emozionante e la disponibilità ad aprirci le porte di ogni luogo che abbiamo visitato. L’investimento di tempo e la dedizione nell’organizzazione degli incontri e delle visite sono stati notevoli. Poter vedere gli antichi documenti d’archivio, la biblioteca e il museo è stata una esperienza che ha toccato il cuore. I partecipanti alla giornata di studio hanno lasciato il convento contenti ed emozionati per l’indimenticabile esperienza.

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