Sui sentieri di Gesù
Un giovane lettore della provincia di Udine ci ha inviato alcune riflessioni sul pellegrinaggio in Terra Santa che ha vissuto l'estate scorsa, con la sua parrocchia, proprio nei giorni in cui molti coetanei a Sydney celebravano con il Papa la Giornata mondiale della gioventù. «La Terra Santa - scrive Denis - mi è entrata nel cuore e continuerò a cercare di conoscerla».
Se può essere utile a qualcosa o a qualcuno, vorrei condividere con voi qualche briciola di una grande esperienza che quest’anno, a 18 anni, ho potuto vivere: il pellegrinaggio alle sorgenti della salvezza, in Terrasanta con la parrocchia.
Il filo rosso che ha unito le otto giornate, in pieno luglio, è stato questo paragrafo dell’ultima lettera pastorale del patriarca latino emerito di Gerusalemme, Michel Sabbah: «I cristiani sono un piccolo numero in questa Terra Santa e nella Chiesa di Gerusalemme. Ciò non è solo la conseguenza di circostanze storiche o sociali. Questa realtà ha un legame diretto con il mistero di Gesù in questa terra. Duemila anni fa, Gesù venne qui e rimase anche lui un piccolo numero con i suoi discepoli ed il piccolo numero di fedeli che credette in lui. Oggi 2000 anni dopo, Gesù rimane nella stessa situazione di “non riconosciuto” nella sua terra, e Gerusalemme, città della Redenzione e sorgente di pace per il mondo, resta una città che non ha ancora accolto la Redenzione e che non ha ancora trovato la sua pace. E i cristiani sono, in questa situazione, un piccolo numero di testimoni di Gesù nella sua terra. Essere “piccolo” in questa terra è semplicemente vivere come Gesù visse qui».
Sono partito dopo aver letto integralmente gli Atti degli apostoli, ben consapevole che oggi le comunità di quei luoghi sono piccole allo stesso modo delle primitive e soffrono gran parte delle difficoltà dei primi martiri e cristiani.
Avevo tra le mani la Guida edita dai francescani e bene in mente un dvd che ripercorreva tutto quello che avremmo visto. Questa preparazione mi ha giovato moltissimo in termini di tempo, mi ha permesso di trovare qualcosa che già avevo studiato e pensato. Ecco quindi la gioia del primo impatto con quella terra, calpestare ciò che fin da piccolo ascoltavi, quei nomi e quelle città così antiche ora sono sotto i tuoi piedi e nell’orizzonte dei tuoi sguardi, ecco Nazaret, Cafarnao, Gerico, Tiberiade, il Tabor, Betlemme, il Monte Sion.
In sintesi da Tel Aviv abbiamo proseguito per la Galilea, poi attraversando la Samaria siamo giunti alla Giudea. Con il vangelo in mano, con gli occhi ricolmi di stupore abbiamo indossato simbolicamente la mantella del pellegrino e afferrato il bastone per seguire la scia silenziosa di Gesù di Nazaret. Posso dire che contemplare il lago di Tiberiade e ascoltare il «Seguimi!» rivolto ai primi apostoli, salire sul monte delle Beatitudini e fermarsi a ricordare il sermone della montagna, sporcarsi della polvere di quelle strade, bagnarsi con l’acqua di quello stesso lago è stato umanamente emozionante ma non solo, un dono. Questa è grazia.
Un’enorme grazia è stata spezzare il pane ogni giorno, come a Nazaret o al Santo Sepolcro o sulla casa di Pietro. Sì, spezzare lo stesso pane, ripetere le stesse parole e condividere il suo corpo e il suo sangue, un dono ineffabile che dall’alto viene ed è rivolto a te, semplicemente a te, per unirti a lui e agli altri.
Sono stati un grande regalo i sorrisi tra cristiani sparsi nel mondo che si riconoscono per il linguaggio dell’amore – un linguaggio che scaturisce dal Dio vicino – come pure un dono sono state le tante domande accese che tuttora impegnano la mia persona e la pungolano. Rimangono vivi gli incontri con alcuni frati minori della Custodia con cui ho condiviso spiragli di vita, rido di gioia quando penso di essermi perso di notte a Gerusalemme!
Ricorderò a Betlemme la piccola porticina della basilica della Natività, bassa, che ti costringe a metterti quasi in ginocchio di fronte al grande mistero dell’incarnazione, allo stupore di un Dio che entra nella pienezza del tempo facendosi carne della nostra carne e storia della nostra storia. Ecco che lì ti inchini con tutta la naturalezza possibile a lui, Cristo!
Durante le nostre soste ci fermavamo a leggere passi della Parola di Dio, anche questo è stato sorprendente! chi l’avrebbe mai detto che leggere la Bibbia nei luoghi stessi della Bibbia ti avrebbe portato a sentirla viva in te, a sentirla respirare, battere il suo cuore vibrante. provaci e vedrai!
E poi ancora quale gioia sedersi nel Cenacolo al piano superiore, stendere la propria mano al Muro del Pianto, probabilmente in quel pezzo di terreno in cui anche Cristo stesso si ritrovava a pregare i salmi prima della distruzione del tempio. E ancora rinnovare le promesse battesimali di domenica mattina, sulle rive del fiume Giordano! Quale gioia.
Percorrere poi il tragitto che condusse Gesù alla crocifissione e alla morte, fare quelle piccole strade con una grande croce tra le mani, nel mercato e nell’indifferenza della gente – la stessa che egli si ritrovò in quei momenti cruciali – ha dato forza e coraggio.
Dai che sei sui miei sentieri, va prendi la tua croce e SEGUIMI!
Ci sono ovviamente particolari, sorrisi, lacrime, stupori importanti che non possono essere svelati senza che questi perdano il loro profumo speciale… Senz’altro la Terra Santa è entrata nel mio cuore, senz’altro continuerò a conoscerla, ecco allora che parte della mia vita sarà al suo servizio, ascoltandola, vivendola e spendendomi il più possibile per il suo volto.
Dopo quest’esperienza in quelle terre benedette, ecco che scopri dentro di te le parole del giovane custode padre Pierbattista Pizzaballa: «Il cuore del mondo sta in Terra Santa, il cuore del mondo batte a Gerusalemme… la Terra Santa è la terra della rivelazione, del dono della legge, dell’incarnazione, è la terra di Cristo, nella quale convergono tutte le nostre aspirazioni e speranze…»!
Denis
(sinedpassalent@libero.it)
un giovane affascinato da Cristo, che cerca di vivere la parola del Vangelo dentro la sua vita