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Fare pace. L’Annuario

Carlo Giorgi
26 maggio 2008
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Fare pace. L’Annuario

Si intitola Fare pace: odio, il recente annuario geopolitico della pace 2007. Il testo si articola in due sezioni: una prima intitolata Geografie, dove si presentano varie esperienze di pace per tutte le macro-aree mondiali; la seconda, dal titolo Questioni, approfondisce analisi e ragionamenti sul tema della pace. Nella sezione «Geografie» è da segnalare il contributo «Una striscia di futuro: storie di relazioni tra israeliani e palestinesi» firmato da Luisa Morgantini.


Si intitola Fare pace: odio, il recente annuario geopolitico della pace 2007, pubblicato da Altra Economia e Terre di mezzo editore e realizzato grazie alla Fondazione Venezia per la ricerca sulla pace. L’annuario (dopo un’introduzione cronologica sul movimento per la pace) si articola in due sezioni: una prima intitolata Geografie, dove si presentano esperienze di pace per tutte le macro-aree mondiali; la seconda dal titolo Questioni, in cui si approfondiscono analisi e ragionamenti sul tema della pace. Nella sezione Geografie è da segnalare il contributo «Una striscia di futuro: storie di relazioni tra israeliani e palestinesi» firmato da Luisa Morgantini, vicepresidente del Parlamento europeo e pacifista.

«Palestinesi e israeliani insieme riescono spesso a unire i loro sforzi in una comune ricerca di una giustizia per entrambi i popoli – scrive la Morgantini -: riconoscendo l’asimmetria tra il vivere in un Paese occupante e in un Paese occupato, partono dal mutuo riconoscimento dei diritti dell’altro ad esistere in uno Stato sovrano e in sicurezza, ribadendo uniti che non servono muri a proteggere dalla violenza ma che è l’occupazione che distrugge tutto e tutti»

La Morgantini presenta nello specifico le esperienze di alcuni gruppi come Parents Circle, Combatants for Peace, il villaggio palestinese di Bil’in e l’International Women’s Commission.

Il Parents Circle è un forum composto da oltre 500 famiglie palestinesi e israeliane che a causa del conflitto hanno perso un proprio caro. Si riuniscono da circa 12 anni incontrandosi a piccoli gruppi per parlare e confrontarsi sul dolore della perdita dei propri cari. Riconoscere di essere simili in questo dolore le rende vicine e le unisce nella comune richiesta che si fermi la violenza.

Combatants for Peace, i «Combattenti per la pace», sono un gruppo di ex militari israeliani ed ex combattenti palestinesi (molti dei quali prigionieri politici) che hanno dato addio alle armi per intraprendere concrete iniziative di pace.

Bil’in è un piccolo villaggio a Nord-Est di Ramallah dove il muro israeliano ha eroso circa il 60 per cento delle terre coltivabili palestinesi. Qui ogni settimana, di venerdì, si radunano pacifisti e semplici cittadini per una protesta pacifica e creativa.

International Women’s Commission è una commissione promossa dalla Nazioni Unite e che è composta da venti donne israeliane, venti palestinesi e venti internazionali. La commissione ha chiesto la possibilità che le donne partecipino ai negoziati per la pace formali e informali israelo-palestinesi e la fine dell’occupazione israeliana.

Per la sezione «Questioni» dell’annuario, invece, lo psicoterapeuta Fabrice Olivier Dubosc, esperto  di dialogo interculturale e interdisciplinare, approfondisce il tema «Islam e culture di pace».

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