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Se la legge fa eccezioni

10/04/2008  |  Milano
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Una radio nata per promuovere la coesistenza tra israeliani e palestinesi che trasmette, apparentemente, senza le dovute autorizzazioni. E una «Casa della pace» un po' particolare, che a Hebron sorge dove non dovrebbe essere. Due vicende parallele in queste ore sui giornali della Terra Santa e pongono qualche dubbio su che cosa voglia dire far rispettare la legalità oggi in Israele. Ecco come è andata.


Una radio nata per promuovere la coesistenza tra israeliani e palestinesi che trasmette senza le dovute autorizzazioni. E una «Casa della pace» un po’ particolare, che a Hebron sorge dove non dovrebbe essere. Due vicende parallele in queste ore sui giornali pongono qualche dubbio su che cosa voglia dire far rispettare la legalità oggi in Israele.

La prima notizia la rilanciamo dall’agenzia palestinese Maan e riguarda Ram-Fm, un’emittente radiofonica di cui si è parlato molto sui media di tutto il mondo. Si tratta – infatti – di un’iniziativa di Issie Kirsh, imprenditore sudafricano di origine ebraica che con i programmi della sua Radio 702 a Johannesburg diede un contributo al superamento dell’apartheid. Ram-Fm si propone di replicare quello stesso modello in Terra Santa, rivoltando in positivo il tanto contestato paragone con il Sudafrica. Insieme a musica pop, Ram-Fm trasmette notiziari e approfondimenti in inglese sui temi caldi del conflitto israelo-palestinese, invitando gli ascoltatori di entrambe le parti in causa a intervenire.

Ram-Fm trasmette da Ramallah con una licenza rilasciata dall’Autorità nazionale palestinese; ma – grazie a un’antenna molto potente – il suo segnale copre anche gran parte di Israele. Su Gerusalemme – però – dovevano esserci problemi di ricezione e così – da sei mesi – è stata introdotta una seconda frequenza. Il problema è che secondo il ministero delle Comunicazioni israeliano Ram-Fm in realtà trasmette senza licenza da Gerusalemme Est, dove l’emittente ha degli studi nello stesso palazzo dove hanno sede anche Al Jazeera e la Reuters. Così lunedì ha mandato lì la polizia. Che non solo ha posto tutto sotto sequestro, ma ha anche fermato i sette membri dello staff di Ram-Fm, li ha tenuti una notte in caserma e ha poi comunque imposto loro gli arresti domiciliari fino a martedì 15 aprile, data fissata per l’udienza in tribunale. Un provvedimento decisamente drastico, ufficialmente motivato dal pericolo di interferire con le frequenze della torre di controllo dell’aeroporto Ben Gurion (che sta a 50 chilometri di distanza). Comunque sia – sempre ammesso che di trasmissioni illegittime si tratti (Ram-Fm dice di essere pienamente in regola) – si fa decisamente fatica a capire la necessità di ricorrere agli arresti.

Israele fa rispettare le sue leggi, si dirà. Benissimo. Però forse farebbe bene a farlo anche altrove. Perché un altro articolo, questa volta sul Jerusalem Post, ci ricorda che a Hebron è tuttora aperta la «Casa della pace» – lo stabile comprato dai coloni nel bel mezzo di una zona araba – di cui si parlava in questa rubrica la bellezza di un anno fa. I coloni sono lì dentro dal 19 marzo 2007. Illegittimamente. Perché la legge israeliana dice che qualsiasi acquisto di stabili nei Territori può avvenire solo dopo il nulla osta del ministero della Difesa. Per una motivazione ovvia: Hebron è una città abitata da 120 mila arabi e qualche migliaio di ebrei, dove le tensioni sono storicamente molto forti. Dunque non si può comprare casa esattamente come sul lungomare di Tel Aviv. Per la «Casa della pace» non è stato dato alcun nulla osta. E dunque quei coloni andavano immediatamente sgomberati. Invece dopo più di un anno sono ancora lì. E, per evitare che a qualcuno venga in mente di mandarli via sul serio, sul Jerusalem Post il portavoce della comunità ebraica di Hebron oggi scrive questo articolo. Un testo in cui – giocando ancora sull’emozione della strage di un mese fa alla scuola rabbinica di Gerusalemme – si scandalizza per il fatto che un ebreo non possa comprare casa nella città della Tomba dei patriarchi.

Al giorno d’oggi c’è legge e legge – purtroppo – a Gerusalemme.

Clicca qui per leggere l’articolo dell’agenzia Maan

Clicca qui per leggere l’articolo del Jerusalem Post

Clicca qui per leggere la scheda sulla Casa della pace a Hebron sul sito di Btselem

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