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Due rapper libanesi, la milizia di Dio

05/03/2008  |  Milano
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Due rapper libanesi, la milizia di Dio
I Militia. Charles Makriss (a sinistra) e Maroun Adolph.

Si chiama Militia il primo gruppo rap a cantare in arabo preghiere cristiane. È formato da due giovani libanesi cristiani, Charles Makriss e Maroun Adolph, di 27 e 23 anni. I due musicisti vogliono essere «una milizia d'amore in un mondo pieno di violenza». Con i loro canti-preghiera questi due ragazzi amano cantare in arabo la gloria di Dio ai ritmi dell'hip-hop che, di per sé non è un fenomeno nuovo nel mondo arabo. L'hip-hop dai contenuti religiosi, però, è ancora poco diffuso in un contesto, come quello mediorientale, in cui cantare testi sacri non è visto di buon occhio.


Si chiama Militia ed è il primo gruppo rap a cantare in arabo preghiere cristiane. È formato da due giovani libanesi cristiani, Charles Makriss e Maroun Adolph, di 27 e 23 anni. Come hanno dichiarato all’agenzia France Press (Afp), i due musicisti vogliono essere «una milizia d’amore in un mondo pieno di violenza». In effetti i loro canti sono preghiere a Dio. E il coraggio a questi due ragazzi – cappellino da baseball in testa, orecchini e collana di metallo – certo non manca. Amano cantare in arabo la gloria di Dio in una regione poco incline a tollerare le provocazioni religiose.

L’hip-hop di per sé non è un fenomeno nuovo nel mondo arabo. Dal Marocco ai territori della Palestina sono nati numerosi gruppi rap negli ultimi anni. Ma l’hip-hop religioso è ancora poco conosciuto. Del resto cantare testi sacri in Medio Oriente non è visto di buon occhio. L’islam vieta di cantare brani del Corano. Così è capitato che qualche anno fa alcuni dignitari religiosi abbiano decretato una fatwa contro un cantautore libanese, Marcel Khalife, per Ana Youssef, ya Abi, una canzone che contiene le parole di un versetto del Corano.

Così per Charles e Maroun non è stato facile trovare consensi tra i libanesi dopo l’uscita del loro primo album, Militia. I due musicisti sostengono di essere stati i primi a trasmettere il messaggio di Cristo attraverso l’hip-hop arabo. «All’inizio, quando facevamo canzoni di questo genere, la gente, soprattutto la vecchia generazione, era molto ostile. È stato uno choc – ha raccontato Makriss all’Afp, – poi, un giorno, mentre cantavamo vicino a una chiesa, ho visto un prete applaudire con entusiasmo». Charles e Maroun non ci vedono nulla di male nel cantare i salmi nello stile hip-hop. Anzi, secondo loro, la prova della bontà della loro musica si trova in uno dei capitoli del libro dei Salmi, intitolato Lodate l’Eterno. «È scritto nell’Antico Testamento: lodatelo con il suono delle trombe! Lodatelo con il liuto e l’arpa! Lodatelo con tamburi e con danze! Come si può essere più espliciti di così?», si è chiesto Makriss.

La comunità maronita, la più consistente componente cristiana in Libano, sembra apprezzare questa nuova moda. «Se i giovani vogliono cantare il Vangelo in questo modo al di fuori della Chiesa, non abbiamo alcun problema – ha affermato all’Afp Youssef Tannous, prete maronita e anziano docente della facoltà di musica alla Universitè Saint-Exprite di Kaslik – è possibile che il rap sia un mezzo per avvicinare i giovani a Dio ma i nuovi talenti devono essere guidati dalla Chiesa».

Del resto Dio rimane il tema centrale che caratterizza la musica dei Militia. «Quando un uomo uccide suo fratello, sfuggirà all’ira dell’Onnipotente? Mio Signore, salva Beirut!», così cantano in Loubnan waynak? («Libano, dove sei?»), riferendosi allo spargimento di sangue che negli ultimi anni tormenta il loro Paese. Fra tante milizie armate che seminano violenza in quella regione una «milizia» di pace continua a cantare la gloria di Dio.

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