Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Sui passi di don Andrea

Daniele Civettini
2 gennaio 2008
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Sui passi di don Andrea

Questo prodotto audiovisivo è un viaggio percorso insieme con don Andrea Santoro, il sacerdote romano ucciso in Turchia nel febbraio 2006. I suoi scritti, le sue parole ed egli stesso, in alcuni inserti filmati girati negli anni scorsi, ci guidano nei luoghi che hanno conosciuto forti testimonianze di fede, con le loro luci e le loro ombre, e piccoli semi di un dialogo costruito nel quotidiano tra cristiani e musulmani.


Con la recente uscita del dvd La fede è partenza… che fa seguito alla pubblicazione, nel 2006, del libro Lettere dalla Turchia, l’editrice Città Nuova completa un dittico di grande interesse sulla missione di don Andrea Santoro, il sacerdote romano ucciso il 5 febbraio 2006 a Trabzon (Trebisonda) e diventato emblema delle difficoltà vissute dai cristiani nelle terre dell’islam e, parimenti, dell’afflato missionario di quanti, ancora oggi e in molte parti del globo, incontrano il martirio a causa dell’annuncio della Lieta Novella.

Il video è formato da tre sezioni: la lettura di nove delle trentatré lettere raccolte nel volume citato (l’ultima è del 22 gennaio 2006, due settimane prima della morte); un collage di testimonianze rilasciate dal sacerdote sotto forma di interviste in diversi e significativi luoghi della Turchia che hanno caratterizzato il «pellegrinaggio» spirituale e pastorale di don Santoro; un ultimo breve spazio contenente alcune note esplicative sui luoghi geografici incontrati nel video. Non è sbagliato leggere il progetto editoriale di Città Nuova come l’offerta al pubblico di un ideale testamento spirituale del sacerdote (il documento si conclude peraltro con uno stralcio dell’omelia del cardinale Camillo Ruini al funerale di don Andrea); è tuttavia fuorviante immaginare il video come una sorta di panegirico del missionario ucciso.

Il baricentro è nella fede, nella bellezza, nella vitalità che costituiscono la chiamata di un uomo sulle orme di Dio, tanto chiaramente impresse nella storia di una terra destinata da sempre ad essere culla e fertile campo per le tre grandi religioni. Vediamo don Santoro cantare la grandezza e la misericordia del disegno di Dio a Urfa, la città della vocazione di Abramo e dunque il cuore stesso della fede; di fronte al massiccio dell’Ararat; nell’affascinante regione tra il Tigri e l’Eufrate, dove la bellezza della natura riecheggia l’Eden chiuso e ripromesso agli uomini, a Seleucia, il porto di Antiochia da cui più volte è transitato il cristianesimo nascente. Eppure nemmeno la suggestione (enorme) della fotografia rende il video in qualche maniera equivoco nel messaggio: la ricerca di don Santoro, e quindi la sua missione, non trovano il loro fulcro nelle vestigia del passato, bensì nella possibilità di incontro e dialogo nel presente.

Le ultime immagini «stringono» su Trabzon. La telecamera registra il turco (difficoltoso) con cui il missionario incontra l’imam della città; un timido canto di benedizione del cibo sotto gli occhi, un po’ scettici, degli operai del posto intenti a restaurare l’antico convento cappuccino dove don Andrea ha pregato e operato fino alla fine; qualche momento dei ritiri dove il missionario iniziava a gettare ponti tra Est e Ovest del mondo invitando gli italiani, a «partire» per scoprire, prima ancora delle esigenze della missione, la sostanza della propria fede, divenendo così «finestre» per il Medio Oriente, cioè uomini e donne in cui trasparisse per il prossimo, anche in un contesto ostile e difficile, l’amore di Dio.

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