Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Gesù e il sufismo

Daniele Civettini
3 dicembre 2007
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Gesù e il sufismo

Dottore in scienze delle religioni, antropologia ed etnologia, membro del Gruppo dei Saggi (organo costituito dall'Unione Europea in vista dei rapporti tra diverse culture nello spazio euro-mediterraneo), nominato dall'Onu nel 2001 come una delle dodici figure mondiali impegnate nello scambio culturale tra i popoli, Skali è profondo conoscitore del variegato mondo del sufismo, su cui ha scritto diverse opere. Questo suo libro è il frutto di una collaborazione con l'orientalista, convertita all'islam, Eva de Vitray-Meyerovitch, scomparsa nel 1999.


Se la delicata disciplina del dialogo interrelioso o interculturale consiste nella capacità di superare le reciproche differenze in vista dell’accoglimento di importanti valori comuni, e allo stesso tempo in uno scambio fecondo dei contenuti più raffinati e universalmente interessanti contenuti nelle diverse tradizioni, in questa duplice accezione Faouzi Skali rappresenta sicuramente un’autorità e un punto di riferimento.

Dottore in antropologia, etnologia e scienze delle religioni, membro del Gruppo dei Saggi (organo costituito dall’Unione Europea in vista dei rapporti tra diverse culture nello spazio euro-mediterraneo), nominato dall’Onu nel 2001 come una delle dodici figure mondiali impegnate nello scambio culturale tra i popoli, Skali è profondo conoscitore del variegato mondo del sufismo, su cui ha scritto diverse opere. L’ultima di queste, Gesù nella tradizione sufi, disponibile per i tipi delle Paoline, è il frutto di una collaborazione con la grande orientalista convertita all’islam Eva de Vitray-Meyerovitch, scomparsa nel 1999.

Nella letteratura sufi Gesù è il «sigillo di santità», allo stesso modo in cui Maometto è il «sigillo della profezia». Il termine «sigillo» indica una dimensione insuperabile, il concretizzarsi massimo di una determinata prerogativa; il termine «santità» descrive il grado di intimità del rapporto tra Dio e l’uomo. In questo senso Gesù è pienamente sufi, perché l’obiettivo della mistica islamica, e quindi l’oggetto della letteratura sufi, è il realizzarsi di un rapporto reale, preferenziale e totalizzante tra Dio e la sua creatura più amata, e questo, quale dono del Dio misericordioso agli uomini, rappresenta allo stesso tempo la possibilità di realizzazione delle più nobili aspirazioni umane e lo spirito medesimo della Sacra Scrittura (che qui si intende come tutto il patrimonio che va dall’Antico Testamento fino al Corano).

Ora, tanto la Scrittura, quanto la vita e la missione dei profeti come Gesù e Maometto, guidano l’uomo aiutato da Dio alla purificazione del cuore rispetto al mondo, ovvero alla «verginità» dove «nasce», anche nel vertice più alto della letteratura islamica, il germoglio della parola di Dio. Secondo queste coordinate l’islam è in grado di «leggere» nell’arco dei secoli non solo la vita di Gesù e Maometto, ma anche quella della madre di Gesù, di Giovanni Battista, di suo padre Zaccaria e degli antichi profeti, cui parimenti viene attribuita venerazione.

In definitiva, per il livello di altissima spiritualità in cui la ricca letteratura islamica giunge a porre le figure principali del cristianesimo, è evidente come il saggio di Faouzi Skali, possa indurre il lettore occidentale a un serio approfondimento dei fondamenti del proprio credo.

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