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Quelli di Nahr al-Bared

01/11/2007  |  Milano
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Quelli di Nahr al-Bared
Bombardamenti dell'esercito libanese sul campo profughi di Nahr al Bared.

Che fine hanno fatto i palestinesi del campo profughi libanese di Nahr al-Bared? In primavera sono stati per qualche settimana al centro dell'attenzione per la durissima battaglia svoltasi in questa selva di case tra l'esercito libanese e le milizie di Fatah al Islam. Quella battaglia in realtà è durata tre mesi e alla fine l'esercito libanese ha avuto la meglio. Ora, come ci racconta un articolo del quotidiano libanese The Daily Star, si pone il problema del rientro dei profughi in un campo ormai ridotto a un cumulo di macerie.


Che fine hanno fatto i palestinesi del campo profughi libanese di Nahr al-Bared? In primavera sono stati per qualche settimana al centro dell’attenzione per la durissima battaglia svoltasi in questa selva di case tra l’esercito libanese e le milizie di Fatah al Islam, movimento integralista si dice legato ad al Qaeda. Quella battaglia in realtà è durata tre mesi, anche se l’attenzione del mondo si era molto più in fretta spostata altrove. Alla fine – però – l’esercito libanese ha avuto la meglio anche delle ultime sacche di resistenza islamista. E ora, come ci racconta questo un articolo tratto dal quotidiano libanese The Daily Star, si pone il problema del rientro dei profughi in un campo che – oltre a tutti i problemi che già esistevano prima – ora è pure ridotto a un cumulo di macerie.

I campi libanesi sono i peggiori tra tutti i campi dove vivono ammassati i profughi palestinesi. E Nahr al-Bared è una città dove prima degli scontri abitavano 31mila persone. Negli ultimi mesi in migliaia sono scappati nei villaggi vicini, dove sono stati ospitati nelle scuole. Ma questo ha creato tensioni con le comunità locali, in uno scenario già complicato come è quello del Libano di oggi. Ora che la battaglia è finita – dunque – la gente dei villaggi preme perché i profughi ritornino a Nahr el-Baled. Ma qui non sono ancora state nemmeno rimosse le macerie. E così le famiglie si ammassano nelle stanze rimaste in piedi. Servirebbe un intervento urgente. Ma all’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi, dei milioni di dollari promessi dalla comunità internazionale per questa emergenza non è ancora arrivato nulla.

La questione dei profughi è il grande tabù dei negoziati tra israeliani e palestinesi. Ed è assolutamente comprensibile la posizione israeliana, contraria a riconoscere un «diritto al ritorno» a case che – tra l’altro – a sessant’anni di distanza ormai non esistono più. Anche lasciare le cose come stanno, però, è altrettanto pericoloso. Ce ne ricorderemo solo alla prossima battaglia col Fatah al Islam di turno?

Clicca qui per leggere l’articolo di The Daily Star

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