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Quando le religioni sfidano il caos politico

16/08/2007  |  Milano
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Quando le religioni sfidano il caos politico
Il rabbino David Rosen.

Prima della fine dell'anno dovrebbe nascere un Consiglio delle istituzioni religiose presenti in Terra Santa. Il nuovo organismo dovrebbe perseguire tre obiettivi: tenere aperti canali di comunicazione fra i leader religiosi; rispondere come organo collegiale a qualsiasi episodio di diffamazione o derisione che possa colpire una delle tre fedi; sostenere ogni iniziativa che contribuisca alla pace e riconciliazione fra i popoli della Terra promessa. Emanuela Borraccino ne ha parlato con il rabbino David Rosen, figura di spicco nel dialogo ebraico-cristiano, impegnato in prima persona in questa impresa. La conversazione con il religioso ebraico è stata pubblicata su Terrasanta di luglio-agosto. Eccone una versione digitale per i nostri lettori.


Prima della fine dell’anno dovrebbe nascere un Consiglio delle istituzioni religiose presenti in Terra Santa. Il nuovo organismo dovrebbe perseguire tre obiettivi: tenere aperti canali di comunicazione fra i leader religiosi; rispondere come organo collegiale a qualsiasi episodio di diffamazione o derisione che possa colpire una delle tre fedi; sostenere ogni iniziativa che contribuisca alla pace e riconciliazione fra i popoli della Terra promessa. Emanuela Borraccino ne ha parlato con il rabbino David Rosen, figura di spicco nel dialogo ebraico-cristiano, impegnato in prima persona in questa impresa.
La conversazione con il religioso ebreo è stata pubblicata su
Terrasanta di luglio-agosto. Eccone una versione digitale per i nostri lettori.

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I vertici delle Chiese cristiane, degli organismi islamici e delle autorità ebraiche presenti in Israele e Territori palestinesi lavorano nella massima riservatezza per costituire prima della fine dell’anno un Consiglio delle Istituzioni religiose presenti in Terra Santa che persegua tre obiettivi: tenere aperti canali di comunicazione fra i leader religiosi; rispondere come organo collegiale a qualsiasi episodio di diffamazione o derisione che possa colpire una delle tre fedi; sostenere ogni iniziativa che contribuisca alla pace e riconciliazione fra i popoli della Terra promessa. Nel mezzo di una delle fasi più confuse del conflitto israelo-palestinese, la notizia apparirebbe improbabile se a darla non fosse il rabbino David Rosen, direttore internazionale degli Affari interreligiosi dell’American Jewish Commettee e figura di spicco nel dialogo ebraico-cristiano.

«La religione non può produrre un processo politico, ma ha un ruolo cruciale nel fornire quel collante psico-spirituale senza il quale un processo politico non può avere successo», spiega Rosen, di passaggio a Roma per uno dei frequenti incontri interreligiosi convocati in Vaticano.

Un’iniziativa, quella del Council of the Religious Institutions of the Holy Land, che nasce dal vertice di Alessandria del 2002: «In quell’occasione – racconta – abbiamo messo insieme per la prima volta nella storia i leader religiosi della Terra Santa. Quello fu un momento importante per dimostrare il ruolo che la religione può e deve giocare nel mettere fine al conflitto, ed inoltre aprì un primo canale di comunicazione fra i leader religiosi. Ora dopo anni di duro lavoro, perché naturalmente non è facile dalle nostre parti portare avanti contatti di questo tipo, abbiamo ottenuto il consenso dei vertici del Gran rabbinato di Israele, della Corte islamica dell’Autorità palestinese e degli ordinari delle Chiese cristiane della Terra Santa (cioè i tre Patriarcati e i vescovi, oltre al Custode di Terra Santa), per lavorare insieme come Consiglio delle istituzioni religiose di Terra Santa. Una delle attività principali sarà quella di rispondere come organo collegiale a qualsiasi incitamento all’odio o alla derisione diretta verso una delle tre fedi, in modo che ciascun leader assuma verso la propria comunità la responsabilità di rifiutare qualsiasi abuso della religione».

Il progetto non sarebbe stato possibile senza la mediazione costante del pastore luterano norvegese Canon Trond Bakkevig e senza i fondi messi a disposizione dal governo norvegese, che provvederà anche a trovare una sede dove possa svolgersi il lavoro di monitoraggio del Consiglio.

Il rabbino ci informa della nascita «nei prossimi mesi» di questo organismo proprio mentre le notizie della guerra civile da Gaza sono drammatiche e non si allenta il peso dell’occupazione israeliana. «Proprio per questo nostro contesto davvero difficile non mi sbilancio sui tempi. Ma quel che conta è che oggi con chiarezza emerga l’imperativo morale di lavorare insieme con spirito costruttivo, per lanciare insieme un messaggio educativo di pace».

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