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Nuove tensioni nel cuore della Città Santa

09/02/2007  |  Gerusalemme
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Nuove tensioni nel cuore della Città Santa
Gerusalemme. Nel cuore della città vecchia sono in corso i lavori per realizzare una nuova passerella d'accesso alla Spianata delle moschee. Il manufatto sostituirà le due rampe qui fotografate. (foto G. Caffulli)

L'area del Monte del Tempio, o Spianata delle moschee - a seconda delle prospettive -, oltre ad essere uno dei luoghi più affascinanti di Gerusalemme, è al centro di continue contese tra musulmani ed ebrei. L'ultima è esplosa in questi giorni e riguarda i lavori che le autorità israeliane hanno avviato per costruire una nuova passerella tra il piazzale antistante il Muro occidentale e la sovrastante Porta dei Maghrebini, unica via d'accesso alla Spianata consentita a visitatori e turisti. Gli arabi sono insorti e accusano Israele di scavare sotto le moschee, violando uno spazio sacro all'islam. Lo Stato ebraico, invece, controbatte che i lavori non intaccano la zona musulmana e servono semplicemente a mettere in sicurezza la nuova passerella. La polizia israeliana ha dovuto intervenire più volte, con forze ingenti, per disperdere i manifestanti.


L’area del Monte del Tempio, dove si trovano ciò che resta del Muro occidentale (o Muro del pianto) e il Recinto nobile o Spianata delle moschee (Haram ash-Sharif, com’è chiamato dai musulmani lo spazio che racchiude la moschea di Al-Aqsa e la Cupola della Roccia), oltre ad essere uno dei luoghi più affascinanti di Gerusalemme, è al centro di continue contese.

L’ultima, di questi giorni, riguarda alcuni lavori che le autorità israeliane stanno realizzando nella zona di loro competenza. La passerella che unisce il piazzale antistante il Muro occidentale con la Porta dei Maghrebini – unica via d’accesso alla Spianata consentita a visitatori e turisti – negli anni scorsi ha subito seri danni a causa delle intemperie ed è chiusa ed affiancata da un manufatto provvisorio. Ora le autorità israeliane hanno deciso di costruire una nuova passerella e da alcuni giorni i lavori sono iniziati con una serie di scavi preparatori.

L’intervento ha subito provocato proteste e perfino disordini di piazza. I musulmani accusano Israele di scavare sotto l’area delle moschee, violando così uno spazio sacro all’islam. Lo Stato ebraico, invece, controbatte che i lavori non intaccano la zona musulmana e servono semplicemente a mettere in sicurezza la nuova passerella. Alle rimostranze islamiche gli archeologi israeliani hanno ribattuto – come ha fatto Eilat Mazar dell’Universtità ebraica di Gerusalemme – che semmai è il Waqf, l’ente arabo che controlla il complesso religioso della Spianata, che negli anni scorsi ha scavato nella zona e poi gettato via «migliaia di tonnellate di reperti risalenti al primo e al secondo Tempio, insieme con manufatti musulmani».

Intanto la protesta contro i lavori israeliani sta montando anche nei campi profughi palestinesi che sorgono attorno a Gerusalemme. Numerosi gli appelli lanciati dai leader islamici, che hanno chiamato a difendere la moschea di Al-aqsa. Mentre la tensione cresceva, martedì 6 febbraio la polizia israeliana ha arrestato undici manifestanti. Le forze dell’ordine hanno inoltre deciso di intensificare la vigilanza e di limitare l’accesso alla Spianata della moschee solamente a persone con più di 45 anni d’età. Quest’oggi le forze dell’ordine hanno impiegato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti sia nella zona delle due moschee sia alla Porta di Damasco, il principale accesso alla città vecchia da Gerusalemme Est.

Alle tensioni nelle piazze vanno sommate le dichiarazioni ufficiali di Siria e Giordania. Un esponente del ministero degli esteri di Damasco ha dichiarato all’agenzia Sana che la Siria «considera i lavori nelle vicinanze della moschea di al-Aqsa un affronto per tutti i musulmani». Per il re di Giordania Abdallah II, che ha affidato un dispaccio all’agenzia governativa Petra, gli scavi israeliani «determinano un aumento pericoloso della tensione in Medio Oriente e possono avere un riflesso negativo sui colloqui di pace tra israeliani e palestinesi. Israele sta violando i luoghi santi dell’islam».

I timori sono che la disputa di questi giorni possa precipitare e determinare gravi conseguenze, come avvenne nel 2000 dopo la «passeggiata» di Ariel Sharon – sotto scorta di polizia – sulla Spianata delle moschee. L’episodio offrì il pretesto per la seconda Intifada, protrattasi fino al 2004.

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