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Religion Today. I principali premi assegnati

16/10/2006  |  Trento
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Si è concluso a Trento il festival cinematografico Religion Today. La giuria ha distribuito una serie di premi e menzioni speciali. Vi riportiamo i principali riepilogati per sezioni. Oltre che proposta rivolta al pubblico trentino, l'evento ha rappresentato un'utile occasione di incontro tra addetti ai lavori e promotori di analoghe iniziative in altre parti del mondo.


Sabato 14 ottobre si è concluso a Trento il festival del cinema religioso Religion Today. Questi i premi principali assegnati dalla giuria:

Il premio per il miglior cortometraggio è andato a: A Letter for Andre, regia e montaggio di Zohreh Zamani e Ali Hajipoor (Iran).
Il film tocca i problemi tipici dei filmmaker. Che fare quando il protagonista del film muore prima che sia stata girata una sola sequenza? Il protagonista è un cristiano di ottantotto anni, che si è preso cura di una donna musulmana e del suo bambino, dopo aver loro affittato una casa. Sono in gioco le relazioni umane nell’accezione più profonda. La pellicola esamina con intelligenza le difficoltà di rappresentare la vita nel cinema in generale e nel cinema iraniano in particolare, ed esamina gli obblighi e la passione che i registi dovrebbero avere nei confronti dei propri personaggi reali e di finzione.

Il premio per il miglior documentario è stato assegnato a: Covenant: Women, God And All Between, regia e sceneggiatura di Nurit Jacobs Yinon (Israele).
Il documentario di approfondimento mostra le circostanze della circoncisione di un bambino appena nato da una donna ebreo ortodossa, ma riflette l’esperienza di ogni madre che non vuole veder soffrire il proprio figlio, nonostante si senta costretta ad accettare le pratiche della propria religione.

Il premio per il miglior film a soggetto è stato attribuito all’oper He, regia di Rahbar Ghanbari e montaggio di Rahbar Ghanbari e Reza Mirkarimi (Iran).
Il film è eccezionalmente semplice: racconta la storia dell’onorato cittadino di un piccolo villaggio, invitato a diventare mullah in un villaggio più ricco, in una comunità più sostanziosa, occasione che gli consentirebbe di portare elettricità, strade e sanità nel posto lasciato alle spalle. Egli esita, a causa dei forti legami che lo vincolano al villaggio d’origine e a causa dell’amore che i compaesani nutrono per lui. Per alcuni, il finale può essere ambiguo, ma la passione e la sensibilità da cui è tratto il suo dilemma è un tributo alla cinematografia. È un’amorevole descrizione della vita rurale in Iran: esplora con sensibilità le differenze tra il confine frastagliato che separa il documentario dalla fiction per raccontare la storia di un leader che ama e onora la propria gente ed è in cambio da questa rispettata.

Alla pellicola For Whom The Bell Tolls (regia di Dzemal Sabic – Bosnia-Erzegovina) è stato tributato il Gran premio «Nello spirito della fede».
Il cortometraggio riflette lo spirito del festival Religion Today, e non solo per la tenacia con cui il sacrestano continua a invitare alla messa dei fedeli che probabilmente – quasi di certo – non si presenteranno mai. In qualche modo il film è anche un tributo ai film maker. Quanto tempo sarà servito per trovare la giusta inquadratura in cui il filo di lana apre la scena iniziale? E quanto per quella finale in cui una prugna rotola dalla collina? Come per il sacrestano, anche per gli autori è importante avere fede.

 

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