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Padre Silvestro, un amore lungo trent’anni

Giuseppe Caffulli
7 aprile 2006
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L'impegno del Commissario bolognese per i Luoghi Santi.


La Terra Santa? Per me è un amore di antica data. Ho ricoperto diversi incarichi nella mia vita: parroco, insegnante di teologia morale, padre guardiano. Ma i Luoghi Santi sono stati il filo rosso di questi ultimi trent’anni. Fin dal 1976 l’allora commissario di Terrasanta, padre Cardin, mi aveva preso in simpatia e mi faceva collaborare al lavoro di segreteria. Fu lui a mandarmi per la prima volta nei Luoghi Santi. Da allora è iniziata una lunga frequentazione”.

Si dondola leggermente nella poltrona dietro la sua scrivania all’Antoniano di Bologna, padre Silvestro Casamenti, romagnolo verace trapiantato in Emilia. “Sono di Rocca san Casciano, provincia di Forlì. Il mio paese confina con Predappio, tanto per dare un’idea”, dice sorridendo. E poi snocciola con la sua dolce parlata che profuma di terra e di mosto l’autobiografia di un uomo che, a undici anni appena, ha scelto di imboccare la strada della consacrazione a vita nell’ordine francescano. “Passavano dalle mie parti i missionari francescani in Cina, in Giappone, in Papua Nuova Guinea. Raccontavano della necessità di donarsi per il Vangelo. Un ideale di vita per il quale valeva la pena vivere”.

Studi in teologia morale all’Alfonsianum di Roma, dal 1976 padre Silvestro vive a Bologna presso il complesso dell’Antoniano, dove ha sede il Commissariato di Terrasanta per l’Emilia Romagna. “All’inizio degli anni Novanta i superiori mi hanno proposto di occuparmi stabilmente della Tarrasanta. E finalmente quello che era stato fino a quel momento un impegno a tempo perso, è diventato il centro del mio ministero”. Ascoltando padre Silvestro, con quel suo entusiasmo nel raccontarti le cose e quel suo eloquente gesticolare nell’aria, è logico chiedergli quale importanza ha oggi il messaggio dei Luoghi Santi e quali attività svolge il Commissariato che dirige.

Prima di parlare, ti guarda come per ricapitolare le cose da dire e poi attacca tutto d’un fiato: “Credo che il messaggio della Terrasanta sia importante oggi più che mai. Io do molta importanza alle Giornate di Terrasanta (giornate apposite di predicazione e sensibilizzazione sulle realtà dei Luoghi Santi – ndr) come occasione per incontrare la gente, sia nelle parrocchie francescane che nelle parrocchie tenute dal clero diocesano. Non manco di rimarcare le necessità della Chiesa e dei francescani della Custodia. E constato sempre una grande generosità della gente”.

L’altra attività che vede impegnato padre Silvestro è l’organizzazione e la guida dei pellegrinaggi. “Un apostolato bellissimo, perché si entra in contatto i Luoghi che non  a caso sono indicati come il quinto Vangelo. Guido personalmente e organizzo diversi pellegrinaggi all’anno. Non mi stanco di sottolineare l’aspetto biblico e teologico. La Terrasanta è la nostra casa e Gerusalemme è nostra madre. La nostra fede affonda le radici in quella terra. Per non dimenticare poi la presenza dei cristiani, le difficoltà della Chiesa locale e il rapporto con le altre religioni”. Quando tocca situazione nella terra di Gesù, il buon umore di fra Silvestro si vela, come attraversato da un’ombra: “Dobbiamo invitare alla preghiera, perché quella terra non ha mai conosciuto la pace. Dobbiamo chiedere che Dio doni la pace e che gli uomini trovino la strada di una convivenza comune. E poi offrire il nostro aiuto. Grazie al sostegno di tanti benefattori, in questi anni il nostro commissariato ha dato un sostegno significativo alle opere della Custodia di Terrasanta e della Chiesa. E io nel mio piccolo ho avviato un progetto di adozione a distanza per i bambini poveri della parrocchia di Betlemme. Cosa c’è di meglio che donare un sorriso ad un bambino nato nel luogo dove nacque Gesù?”.

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