Storie, attualità e archeologia dal Medio Oriente e dal mondo della Bibbia

Monsignor Bacouni trasferito a Beirut

Terrasanta.net
12 novembre 2018
email whatsapp whatsapp facebook twitter versione stampabile
Monsignor Bacouni trasferito a Beirut
L'arcivescovo Bacouni in uno scatto d'archivio con il presidente israeliano Reuvern Rivlin. (foto N. Asfour/CTS)

A sorpresa il Sinodo della Chiesa melchita, riunito la settimana scorsa in Libano, ha nominato mons. Georges Wadih Bacouni alla sede di Beirut-Jìbeil. L'arcivescovo lascia così la guida dei fedeli melchiti in Israele.


(c.l.) – L’annuncio dell’elezione dell’arcivescovo Georges Wadih Bacouni alla sede metropolitana greco-cattolica di Beirut-Jbeil è giunto a sorpresa venerdì 9 novembre, in una conferenza stampa tenuta al termine dei cinque giorni di lavori del sinodo della Chiesa melchita. Bacouni succede all’arcivescovo Cyril-Salim Bustros che ha rassegnato le dimissioni, per motivi di età, sette anni dopo la nomina, avvenuta nel 2011.

Monsignor Bacouni è il primo ad essere sorpreso, riferiscono fonti informate in Terra Santa, che aggiungono: «Perdiamo una personalità di grande valore, un uomo spirituale ed esigente del quale la sua diocesi aveva davvero bisogno. Uno con idee chiare e abituato a lavorare con gli atri confratelli vescovi cattolici».

L’arcivescovo lascia la sede di Akka-San Giovanni d’Acri (con giurisdizione su gran parte dei cattolici greco-melchiti che risiedono in Israele), alla quale era stato eletto nell’estate 2014 come successore dell’arcivescovo Elias Chacour. La nomina da parte del Sinodo melchita, presieduto dal patriarca d’Antiochia Joseph Absi, è ora sottoposta al consenso di papa Francesco.

L’eparchia metropolitana di Beirut-Jbeil, con sede nella capitale libanese, è una delle più importanti sedi della Chiesa greco-cattolica in Medio Oriente «per via della crescita demografica del Libano e dell’afflusso di migliaia di emigranti cattolici greco-melchiti provenienti dai Paesi vicini», spiega il sito ufficiale del Patriarcato greco-cattolico d’Antiochia.

Nel 2015 l’arcieparchia contava 200 mila fedeli, 114 sacerdoti, 83 religiosi, 179 suore e 83 parrocchie, secondo i dati forniti dalla Santa Sede. Il territorio della diocesi include la capitale libanese e le sue periferie, nonché la maggior parte del governatorato del Monte Libano che comprende i distretti di Jbeil, Metn, Kesrouan, Baabda, Aley e parte dello Chouf.

Monsignor Bacouni è nato ad Aïn al-Roummaneh (Beirut) il 16 maggio 1962. I suoi genitori avevano lasciato Haifa nel 1948, quando fu creato lo Stato di Israele. Titolare di una laurea in gestione aziendale e contabilità presso l’Università libanese e dopo una carriera nel settore bancario, Bacouni – da laico – ha anche lavorato tra il 1987 e l’89 come contabile per il noto stilista libanese Elie Saab.

Formatosi successivamente all’Istituto St. Paul di Harissa, dove si è laureato in filosofia e teologia, è stato ordinato sacerdote per la diocesi melchita di Beirut il 30 luglio 1995. Nel 1998 è stato nominato rettore del seminario patriarcale Sainte-Anne di Raboueh-Antelias (Libano), incarico che ha ricoperto per sei anni. Il 22 giugno 2005, il Sinodo greco-cattolico lo ha nominato a capo della diocesi di Tiro (Libano). È stato ordinato vescovo dal patriarca Gregorio III Laham il 27 novembre 2005 nella chiesa di San Paolo ad Harissa. Nel 2010 e 2011 è stato anche amministratore apostolico della diocesi di Homs-Hama-Jabrud in Siria.

Dal giugno 2014 ad oggi mons. Georges Bacouni è stato presidente dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa (Aocts).

Conosci già il nostro bimestrale? Una rivista da leggere e conservare

 

Colorexploring
Barbara Marziali, Sandra Marziali

Colorexploring

Il metodo per conoscere se stessi e illuminare i lati oscuri della vita
«Voi chi dite che io sia?»
Francesco Patton

«Voi chi dite che io sia?»

In cammino con Pietro sulle orme di Gesù
Seguire Gesù
Matteo Crimella

Seguire Gesù

Sette meditazioni sul Vangelo di Luca
Semi di fraternità
Massimo Fusarelli

Semi di fraternità

Con Francesco nelle sfide del nostro tempo