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Il divorzio, spia di un Egitto che cambia

Elisa Ferrero
4 aprile 2017
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Un indicatore del profondo cambiamento sociale in atto in Egitto è il considerevole aumento del numero di divorzi. Uno sguardo alle molteplici e variegate possibili cause.


Si è menzionato più volte, in questo blog, come la società egiziana sia in profonda trasformazione, al contrario del suo regime politico. Un cambiamento che ha lunghe radici, ma è venuto prepotentemente alla luce con la rivoluzione del 25 gennaio 2011. Un indicatore di questo cambiamento sociale è il considerevole aumento del tasso di divorzi che ha suscitato la preoccupazione del presidente Abdel Fattah al-Sisi in persona, tanto da spingerlo a chiedere al grande imam di al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb, l’abolizione del divorzio verbale consentito dalla tradizione islamica, per mantenere solo il divorzio documentato da un tribunale (come già raccontato qui). Al-Azhar, con un sussulto di orgoglio, ha rifiutato piccata l’interferenza di al-Sisi, sostenendo che le ragioni dell’aumento dei divorzi andassero cercate altrove. Tuttavia, secondo un sondaggio condotto dal Centro egiziano Baseera per gli studi sull’opinione pubblica, il 60 per cento degli egiziani intervistati sarebbe contrario al divorzio orale e dunque favorevole a modificare la legge sullo statuto personale.

L’argomento divorzio non si è affatto esaurito e continua ad essere dibattuto. Il 30 marzo, il programma televisivo Zoom del canale al-Ghad ha trasmesso un interessante servizio sul tema, per approfondire, numeri alla mano, le cause dell’aumento dei divorzi in Egitto. I numeri sono effettivamente impressionanti per un Paese tradizionalista e conservatore che ha sempre considerato la famiglia il sacro pilastro della propria società. Secondo un recente studio delle Nazioni Unite, l’Egitto si piazza al primo posto al mondo per l’incremento del tasso di divorzi. Negli ultimi cinquant’anni, questo tasso è passato dal 7 al 40 per cento, con 250 divorzi al giorno, uno ogni quattro minuti. Il risultato, secondo l’Onu, sono quattro milioni di donne divorziate, su una popolazione di 92,7 milioni. Un altro studio dell’Agenzia centrale per la mobilitazione pubblica e le statistiche (Capmas) rivela invece che i divorzi in tribunale sono 14 milioni all’anno e coinvolgono, quindi, 28 milioni di egiziani.

Ma quali sono le cause di divorzio più frequenti? Il programma Zoom ha svolto una piccola indagine fra tribunali e istituti di ricerca. Secondo i giudici e gli avvocati intervistati, il 20 per cento delle cause di divorzio sono causate dai social network, Facebook in testa. Play Station avrebbe causato 600 mila domande di divorzio dal marito, mentre Candy Crush avrebbe motivato 8 mila domande di divorzio dalla moglie. A seguire, fra le cause di divorzio, ci sarebbe l’uso di hashish e altre droghe. Gli specialisti intervistati hanno sostenuto che si tratti del sintomo di una mancanza, all’interno della coppia sposata, di dialogo e di una relazione affettiva vera, di cui si cerca il surrogato nella realtà virtuale o allucinogena. E sebbene il tasso di divorzi sia più alto nelle città, è comunque in aumento anche negli ambienti più conservatori delle campagne.

C’è, però, un altro dato significativo. Ahmad Mahran, presidente del Consiglio egiziano per le questioni famigliari, ritiene infatti che un fattore nuovo dietro l’aumento dei divorzi siano le differenze politiche: dopo la rivoluzione del 25 gennaio 2011, le divergenze di opinione sui rivolgimenti politici in Egitto sono entrate violentemente nelle relazioni intime, familiari e amicali, spezzando molti matrimoni. Non solo, dopo la rivoluzione è aumentata anche la percentuale di donne nubili, un dato che sarebbe interessante approfondire.

Non è finita qui. Il Centro egiziano di ricerche sociali ha fornito una fotografia diversa dell’aumento dei divorzi in Egitto. Secondo questo istituto, al primo posto fra le cause di divorzio ci sarebbe l’interferenza delle famiglie dei coniugi nella loro vita coniugale (44,6 per cento). Al secondo posto, ci sarebbero invece le discordie fra le famiglie dei coniugi (21,9 per cento). Interferenze e discordie che sono sempre esistite, però. C’è da domandarsi, allora, se non siano le condizioni sociali a essere mutate, cosicché i coniugi non sono più costretti, su pressione sociale, a sopportare e restare insieme a ogni costo.

Infine, dall’indagine di Zoom emerge un altro dato non sottovalutabile: la crisi economica. Circa un milione di divorzi sarebbero stati motivati dall’impossibilità del marito di mantenere la famiglia, in seguito al diffuso rincaro dei prezzi di molti beni di prima necessità.

Qualunque prospettiva si privilegi, è chiaro che la questione del divorzio (sulla quale si combatte da tempo anche dentro la Chiesa copta) e le domande di riforma della legge sullo statuto personale nascondano una crisi in atto nella società egiziana. È una crisi positiva, in una società conservatrice in cui le relazioni diventano spesso oppressive e assumono una funzione di controllo sulle scelte e sulla vita personale dell’individuo? Oppure è un sintomo di grande sofferenza del tessuto sociale, negli ultimi anni sottoposto a enormi tensioni, pizzicato fra rivoluzione e oppressione? Forse tutte e due le cose insieme, ma di certo la società egiziana sta cambiando nel profondo.

 


Perché “Kushari”

Il kushari è un piatto squisitamente egiziano. Mescolando ingredienti apparentemente inconciliabili fra loro, in un amalgama improbabile fatto di pasta, riso, lenticchie, hummus, pomodoro, aglio, cipolla e spezie, pare sfuggire a qualsiasi logica culinaria. Eppure, se cucinati da mani esperte, gli ingredienti si fondono armoniosamente in una pietanza deliziosa dal sapore unico nel mondo arabo. Quale miglior metafora per l’Egitto di oggi? Un Egitto in rivoluzione che tenta di fondere mille anime, antiche e recenti, in una nuova identità, che alcuni vorrebbero monolitica e altri multicolore. Mille anime che potrebbero idealmente unirsi, come gli ingredienti del kushari, per dar vita a un sapore unico e squisito, o che potrebbero annientarsi fra acute discordanze. Un Egitto in cammino che è impossibile cogliere da una sola angolatura. È questo l’Egitto che si tenterà di raccontare in questo blog.

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