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La quotidianità tragicomica di un arabo israeliano

Terrasanta.net
7 giugno 2017
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La quotidianità tragicomica di un arabo israeliano

L'arabo Sayed Kashua è uno scrittore affermato in Israele. Per un decennio una sua rubrica sul quotidiano Haaretz ha dipinto con arguzia e ironia la quotidianità dei palestinesi israeliani. Il meglio è in questo libro.


Arabo e israeliano, scrittore e sceneggiatore di successo (in “patria” è celebre la sua sit-com Arab Labor), il quarantaduenne Sayed Kashua è emigrato negli Stati Uniti con la famiglia nel 2014, convinto ormai che l’uguaglianza tra ebrei ed arabi israeliani sia destinata a restare un’utopia. Prima di decidere un simile passo Kashua ha avuto per un decennio un suo spazio sul quotidiano Haaretz. «Scrivere la rubrica – spiega lui stesso – era diventato il filo conduttore della mia vita. Dal momento in cui avevo spedito il pezzo alla redazione del giornale cominciavo a pensare a quello della settimana successiva. Non cercavo pensieri o idee, ma sensazioni. Il metodo che avevo adottato consisteva nello scrivere di ciò che mi aveva più emozionato durante la settimana appena trascorsa. Avevo affinato la mia sensibilità e seguivo i sentimenti: la paura, il dolore, la speranza, il desiderio, la rabbia o la gioia – promettendo a me stesso che avrei cercato di trasmettere quei sentimenti ai lettori attraverso delle brevi storie». Questo libro propone ai lettori italiani, con la traduzione di Elena Loewenthal, una selezione di quei testi operata dallo stesso autore. Alcuni rispondono all’intento di descrivere ironicamente la realtà israeliana proponendosi come surreali opere di fantasia che richiamano alla mente pagine di un altro scrittore israeliano: l’ebreo Etgar Keret, di cui Kashua – di otto anni più giovane – è amico.

Magari qualcuno, con sorpresa, si renderà conto che anche laggiù la vita quotidiana è fatta di minuzie e banalità che hanno il sapore del déja vu che ci rimandano dritti dritti alla nostra esperienza di individui e di famiglie non poi così diversi da tanti altri umani del pianeta. In molte delle storie che leggeremo qui l’inimicizia israelo-palestinese si prende la scena; in tante altre aleggia sullo sfondo o fa capolino in punta di piedi, lasciando semmai più spazio alle distanze (e contiguità) di ordine socioculturale e religioso.

Detto questo, non resta che aggiungere un’avvertenza: qua e là queste pagine di Kashua ossigenano il sangue con gustose risate. (g.s.)


Sayed Kashua
Ultimi dispacci di vita palestinese in Israele
Neri Pozza, Vicenza 2017
pp. 320 – 20,00 euro

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