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Fra Michele Piccirillo è nella Casa del Padre

26/10/2008  |  Gerusalemme
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Fra Michele Piccirillo è nella Casa del Padre
Padre Michele Piccirillo.

All'una della notte scorsa, domenica 26 ottobre 2008, è improvvisamente scomparso fra Michele Piccirillo. Originario di Casanova di Carinola (Caserta), dove era nato il 18 novembre 1944, Piccirillo era famoso in tutto il mondo per la sua attività di archeologo (legata soprattutto agli scavi del Monte Nebo, in Giordania) e di biblista. Da qualche tempo era affetto da una forma tumorale al pancreas ed era stato di recente sottoposto ad intervento chirurgico. La morte è avvenuta mentre si trovava presso i familiari a Livorno. I funerali saranno celebrati mercoledì a Roma.


All’una della notte scorsa, domenica 26 ottobre 2008, è improvvisamente scomparso fra Michele Piccirillo. Originario di Casanova di Carinola (Caserta), dove era nato il 18 novembre 1944, Piccirillo era famoso in tutto il mondo per la sua attività di archeologo (legata soprattutto agli scavi del Monte Nebo, in Giordania) e di biblista. Da qualche tempo era affetto da una forma tumorale al pancreas ed era stato di recente sottoposto ad intervento chirurgico. La morte è avvenuta mentre si trovava presso i familiari a Livorno.

Martedì 28 ottobre, presso la Delegazione di Terra Santa a Roma (in via Matteo Boiardo, 16), sarà possibile rendere omaggio alla salma. I funerali si svolgeranno, sempre a Roma, mercoledì 29 ottobre alle 10.30, presso la basilica di Sant’Antonio (via Merulana). Una celebrazione eucaristica verrà officiata a Gerusalemme presso la chiesa di San Salvatore, sede della Custodia di Terra Santa, il 25 novembre prossimo alle ore 16.00, nel trigesimo della morte.

Di seguito un profilo di padre Michele Piccirillo:

È impossibile riassumere in poche righe 40 anni di attività a servizio della Chiesa e della Terra Santa. Parlano per lui decine di pubblicazioni, scavi e indefessa attività. La memoria di fra Michele sarà tramandata a lungo e molti esperti faranno apprezzare quanto egli ha scritto, scoperto o illustrato. Ricordiamo le parole che l’allora presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, scrisse a fra Piccirillo il 19 febbraio 2001: «La ringrazio per averci ricevuto alla Missione Francescana del Monte Nebo e di averci guidato nella visita al Memoriale di Mosè, alla chiesa e alla Missione Archeologica. Nessuno di noi ha potuto sottrarsi alla suggestione della memoria biblica e del messaggio contemporaneo di pace e di speranza che ci trasmette, oggi più necessario che mai. A settant’anni dall’inizio degli scavi sul Monte Nebo, la Missione archeologica francescana ha ridato vita ad una pagina della Storia Sacra che è alle origini della civiltà cristiana. Visitare il Monte Nebo è guardare a radici che conoscevamo ma credevamo invisibili e sepolte. La riscoperta del sito che si protende verso la valle del Giordano e il Mar Morto, di fronte a Gerico e a Gerusalemme, ha un significato profondo per chiunque. Credente o no. Vi convergono le tradizioni delle tre grandi fedi monoteiste, a testimonianza di un retaggio comune che ci deve spingere al rispetto reciproco e alla comprensione. Era trascorso poco più di un anno dalle emozioni del Santo Sepolcro a Gerusalemme, dove pure Ella ci aveva accompagnato facendoci da guida e illustrandoci l’intreccio di storia e di fede. Mi rallegro con Lei per la visione che ispira le ricerche archeologiche della Missione: riscoprendo il passato i Francescani di Terra Santa aiutano i governanti a costruire un avvenire di pace. È la meta alla quale intendevo contribuire con la mia visita in Giordania, come quella in Israele».

Fra Michele ha onorato la Custodia di Terra Santa e la Chiesa intera. Il suo lavoro oltre che essere apprezzato dalle Autorità della Giordania, ha avuto la forza di mostrare come le radici del popolo che vive in Medio Oriente sono soprattutto cristiane.

«Pochi altri – scriveva nel 1993 l’Associazione giordana Amici dell’Archeologia nel consegnargli un premio – hanno lavorato in Giordania e in altri Paesi come padre Piccirillo per promuovere l’eredità archeologica della Giordania. Con il suo entusiasmo, con il rigore della sua preparazione scientifica, con la pietà della sua fede in Dio, ci ha insegnato come trasformare un pezzetto di pietra colorata in un documento di storia e di umanità. Ci ha rivelato misteri, verità e messaggi dei nostri antenati: la loro vita e la loro religione».

Tra le maggiori attività di padre Michele ricordiamo gli scavi al Monte Nebo, la direzione dell’Istituto archeologico francescano, le scuole per mosaicisti a Madaba e a Gerico, l’insegnamento presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e la direzione del Museo archeologico della Flagellazione, sempre a Gerusalemme.

Con lui la Custodia di Terra Santa e il mondo accademico internazionale perdono una figura eminente nel campo dell’archeologia biblica e della palestinologia.

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